Professore di lettere, abile oratore e maestro, poeta
sensibilissimo compose liriche delicate, bozzetti
e colorite opere teatrali in dialetto e in lingua
fra cui citiamo: Fiammate (Ed. Napoli, Caltagirone
1924); Scenette paesane per ragazzi (Ed. Sandron,
Palermo 1929); Protagonisti umili (Ed. Sandron, Palermo
1929); Pennellate (Ed. Andò, Palermo 1929).
Fu un attento studioso delle tradizioni e dei costumi
popolari, trasferendo i racconti raccolti dalla viva
voce degli anziani del paese nelle pagine delle sue
opere letterarie. Intimo del Verga, al quale era gradito
intrattenersi con gli intellettuali vizzinesi durante
i suoi lunghi soggiorni estivi, Failla a lui sottomise
i suoi lavori, che il verista apprezzò, si
dice, con la seguente espressione in dialetto: nun
vi vinnu un vasu, si vi ricu ca sti cosi vostri mi
piaciunu, mi piaciunu assai.
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