Vizzini
é una delle cittá piú
antiche della Sicilia. Il nome avrebbe origine
dal greco Bedis, poi divenuto Bidi
o Bidini in epoca romana, modificato
in Bizini dagli arabi, quindi in
Vizini dagli spagnoli. Il primo nucleo
abitato circondato da mura andó formandosi
attorno al castello, divenuto in seguito carcere
mandamentale. La cittá conobbe un momento
importante della sua storia quando, nel 1252,
Corrado IV di Svevia le concesse il privilegio
di perpetua demanialità, impegnandosi
a non cederla in baronia; e anche quando,
per ben sei volte, fu concessa ad un feudatario,
riuscì sempre a riscattarsi. Nei primi
anni del XVI secolo, modificó la sua
struttura urbanistica espandendosi oltre le
mura medievali, soprattutto verso est; sotto
Carlo V, sia per arginare le mire dei baroni
vicini, sia per ingraziarsi il sovrano, cominció
ad acquistare a caro prezzo diversi privilegi
e titoli, fra cui quello di urbs obedientissima.
Ció nonostante la cittá fu concessa
nel 1648 al commerciante genovese Nicoló
Squittini, e solo trent´anni dopo riuscì
a riconquistare la propria libertá.
Nel 1693 anche Vizzini subí le devastanti
conseguenze del terribile sisma che colpí
molti centri del Val di Noto; ma risorta dalle
macerie, diede vita a quei capolavori d´arte
che ancora oggi possiamo ammirare. Nel 1860
molti vizzinesi si arruolarono fra le camicie
rosse di Garibaldi, sbarcato in Sicilia per
portare a termine l´unificazione d´Italia.
È in questo scorcio di secolo che nacque
nella campagna di Tebidi, da una famiglia
dell'antica nobiltà cittadina, Giovanni
Verga (1840-1922), padre della narrativa verista
italiana che fará di Vizzini lo scenario
privilegiato di alcune sue importanti opere:
Cavalleria rusticana, Mastro
don Gesualdo, La lupa, Jeli
il pastore, Storia di una capinera. |