Nato
nel 1777 da Giuseppe Giarrusso e Ignazia Lo Presti,
apparteneva ad una antichissima famiglia vizzinese di
orologiai e armieri e poteva annoverare fra i suoi avi,
Michelangelo Giarrusso, che aveva costruito l'orologio
per la Chiesa dei Benedettini a Catania. Conpiuti gli
studi indossó l'abito dei Minori Osservanti e nelle
ore libere trascorreva il tempo facendo qualche lavoro
di meccanica: realizzó, ad esempio, un grande presepe
di cui i pastori avevano ciascuno un sorprendente movimento
automatico. Tuttavia le sue geniali invenzioni lo fecero
ben presto classificare dai laici semplici ed ignoranti
quasi un indemoniato; tanto che fu costretto a spogliarsi
dell'abito di frate e a diventare prete secolare. Fu
cosí che in piena autonomia, poté costruire numerosi
orologi con segnalazioni a scatti di fumo, a getto d'acqua,
a canto di cuculo e a suono di campana d'eremita. Si
fece eseguire ogni sorta di strumenti, trapani e morsetti
meccanici per fare da sé qualunque rotella o altra componente
di metallo. Molti di questi singolari arnesi, fra i
quali una fresa con regolazione su disco cifrato di
ottone per realizzare la dentatura degli ingranaggi,
sono custoditi ancora dal discendente Sign. Gregorio
Privitelli Giarrusso, orologiaio con negozio in Via
Vittorio Emanuele a Vizzini. Le sue piú straordinarie
invenzioni furono: un paracadute per muratori che lavoravano
ad altezze ultra ordinarie; un mulino a vento sul Colle
Calvario, dando agio ai suoi amici di macinare il frumento;
e soprattutto, un fucile a doppia canna, che sebbene
a pietra focaia, poteva sparare 24 colpi a ripetizione.
Fu autorizzato dal governo borbonico con specifico brevetto
a fabbricare orologi e armi. Morí all'etá di settant'anni
e fu sepolto nella Chiesa di Santa Maria di Gesú. Se
fosse vissuto in tempi piú recenti, con benificio di
tutte le moderne scoperte della scienza, il suo nome
non sarebbe inferiore a quello di Edison o del grande
Marconi. |